Venerdì 8 maggio si è tenuta, rigorosamente in streaming (con tutti gli incerti del caso, chiedi a Favino), la cerimonia dei David di Donatello, l’oscar in versione tricolore.
Noi Panebarco abbiamo fibrillato, non già per sapere chi avesse vinto come miglior film, miglior protagonista o miglior regista (ci piace non pensarci mainstream, soprattutto alcune di noi ai limiti del patologico). Quel che volevamo sapere era in realtà chi avrebbe acciuffato il premio nel campo che ci interessa di più, gli effetti visivi.
Complice una rinforzante pennichella pomeridiana, abbiamo tenuto duro a sufficienza per assicurarci dell’aggiudicazione del premio da parte dei due artefici degli effetti visivi di Pinocchio di Matteo Garrone: Rodolfo Migliari e Theo Demeris.
Collaborando dall’una all’altra parte d’Europa (Demeris vive a Londra e Migliari in Italia), i due professionisti si sono misurati con passaggi topici del romanzo di Collodi, come l’allungamento del proverbiale naso o il viaggio nel ventre della balena:

Theo Demeris, che lavora per la One of us di Londra (guarda qui tutte le loro magie), era alla sua prima candidatura e racconta com’è andata:
Ma cosa sono questi effetti visivi? Per saperlo, guardati allo specchio e chiediti chi ti manca di più
Spesso si confondono gli effetti visivi con gli effetti speciali, ma in realtà c’è una sostanziale differenza, che può essere resa immediatamente con un esempio – diciamo – contestuale: metti che in tempi di pandemia e distanziamento sociale tu debba girare il video della tua vita (Marianna ne sa qualcosa), ma la ricrescita abbia da tempo assunto i pieni poteri. Ecco, se conosci un buon professionista di effetti visivi, lui saprà renderti la tinta fresca come il tuo parrucchiere (l’affetto stabile con cui più vorresti ricongiungerti).
Nessun effetto speciale sarebbe in grado di fare altrettanto, perché questa modalità interviene direttamente mentre si effettuano le riprese. Gli effetti visivi invece si svolgono tutti in post produzione e sono un’alternativa più funzionale alla narrazione e meno costosa. Ecco perché vengono sempre più spesso usati anche per risultati che una volta venivano garantiti unicamente dagli effetti speciali: ad esempio, la classica esplosione di un’auto che – ne conveniamo – non è comunque un episodio così traumatico come la ricrescita indomata per 70 giorni consecutivi.
Ma torniamo a Pinocchio
Chi di noi non l’ha visto, all’annuncio della vittoria dei David, si è morso le mani. Hanno invece gongolato Daniele, Dario, Ottavia e Bart che in tempi non sospetti si recavano in massa a vedere “Pinocchio” al cinema (eh sì, belli quei tempi!) e possono ora distribuire agli altri giudizi non sempre encomiastici. Dario, in particolare , incurante del punto di vista dell’academy italiana, precisa che esprime “sua opinione nella maniera più schietta possibile anche a patto di risultare cinico” e puntualizza che
gli effetti speciali sono realizzati anche bene, forse un po’ troppo ovattati – ma è un film su Pinocchio e ci può stare, ma dal punto di vista stilistico fa acqua da tutte le parti. (…) gli animali sembrano usciti da un girone infernale e sono inguardabili e nel film ci sono non pochi momenti cringe*.
Dario chiosa dicendo che non perdonerà mai a Garrone la scelta di aver escluso dal film il mostro verde che vuole friggersi Pinocchio (sic). Daniele invece è di un avviso meno tranchant, e dice che in quell’occasione, tra un pop corn e l’altro, si è ricordato di quando nel 1983 illustrò Pinocchio su richiesta della RAI per la rivista TV Junior tutta dedicata ai piccoli.

Ed ecco il fumetto integrale. Sempre per la stessa testata, il nostro founder si è poi cimentato con alcune favole dei fratelli Grimm e con il libro Cuore.
La pubblicazione dell’Odissea, ultima fatica di Daniele per Tv junior, non venne invece mai alla luce perché la rivista chiuse.
Chissà che non te lo ritiriamo fuori noi 🙂 Stay tuned!
* Non ti disperare, tutti noi che abbiamo più di 25 anni siamo dovuti andarlo a vedere, il significato di cringe.