Ingannare le interminabili pause pubblicitarie del festivalone nazionale senza poter giocare a badminton, arare un campo o ridipingere in stile shabby chic la camera dei bambini può creare qualche tempo morto.
Per ovviare al problema, noi Panebarcos vi proponiamo una pausa alla rincorsa dei ricordi di quando, bambini, lo shabby chic non esisteva ancora ma il festival lo guardavamo già.
E, di ricordo in ricordo…
Cinquanta sfumature di Cielo Alto
Nel 1988 tre ragazzi allampanati con un nome che sembrava una risata comparivano sul palcoscenico dell’Ariston.
Correvano gli anni delle spalline ipertrofiche. Le più azzardate – non potendo essere Miss Ciccone – si accontentavano di legarsi i capelli con i collant.
Tutti, indifferentemente, facevano un uso criminale della lacca (eh, sì, tempi duri per le retrovie al cinema).
Ogni tanto, qualcuno tentava di intromettersi nella lotta fratricida dell’epoca (non quella tra i blocchi, ma quella Spandau BalletVSDuran Duran) per il monopolio emotivo del diario delle adolescenti. In questo panorama, gli A-Ha erano abbastanza carini, abbastanza esotici, abbastanza bravini, ma niente in grado di insidiare lo strapotere di Simon Le Bon e Tony Hadley.
Sarebbero finiti nel dimenticatoio se nel 1985 non avessero deciso di investire più di un mese nella lavorazione di un video che è tuttora ricordato come uno dei primi esperimenti nella computer graphic applicata alla musica:
Con il suo stile stile simil-rotoscopico (Richard Linklater, scansati), è tutto giocato sulla soglia dello specchio che tramuta umani in cartoni animati, e viceversa.
Solo se siete dei fan inossidabili potete lanciarvi alla caccia dei 10 piccoli particolari che distinguono il video del 1985 dalla riedizione fatta 30 anni dopo.
Polli che ballano
L’anno dopo, e con minori tempi di realizzazione (una sola settimana), arriva il videoclip “Sledgehammer” di Peter Gabriel
Firmato nel 1986 dalla Aardman Animations (AKA i genitori di Wallace&Gromit), il video diventa tra i più passati nella storia di MTV grazie al mix di claymation, pixilation, e stop-motion.
Noi, per parte nostra, crediamo che niente abbia potuto più della sequenza dei polli decapitati nell’aprire la strada al vegetarianesimo.
Darwin, Gorilla e insospettabili videoclip cartoon
Gli anni passano, i bimbi crescono e anche l’animazione applicata ai videoclip si perfeziona.
I Pearl Jam decidono per un bignami visivo di Darwin:
Poi arriva una band fatta solo di cartoni animati,
E c’è chi lancia un video che fa da base a un film anime che a sua volta è la visualizzazione integrale di un album!
Eh, lo sappiamo, adesso vi gira la testa, ma ai Daft Punk non piace passare inosservati – e noi glielo perdoniamo perché ci fanno ballare anche di lunedì.
C’è chi invece la tiene semplice e insospettabilmente raffinata, tipo un’insolita Taylor Swift (qui in versione “Anatomy of a murder” di Otto Preminger)
…e addirittura un peso massimo del rap, che in un suo videoclip si colora di estetica anni ‘30.
E per concludere, la menzione speciale.
Sì, lo sappiamo che è una scappatoia per le giurie che non sanno decidersi, ma come tagliar fuori i ragazzi di Liverpool?
E’ finita la pubblicità, si torna sul divano!
PS: se qualche termine usato, tipo rotoscopico, claymation, pixilation etc vi è ostico, don’t worry, continuate a seguirci, scriveremo a breve articoli divulgativi su queste oscure tecniche di animazione! Ah sullo stop-motion abbiamo già fatto un approfondimento, lo trovi qui! ciaooo!